La premessa è che amo "la tecnologia", genio della mente umana, capace di concretizzare sempre prima quel futuro lontano.
Il fatto è che circa 8000 persone si sono messe in fila per un Ipad
2, un Tv a Led da 32 pollici, un cellulare... E' successo, come tutti
sanno, a Roma dove un noto marchio ha inaugurato, ieri, un novo punto
vendita con offerte sensazionali. Talmente incredibili da intasare
per ore le principali arterie di Roma Nord e provocare pesanti
ricadute sul GRA. Oltre 20mila i movimentati per l'evento.
Il sindaco Alemanno “non se lo aspettava”. E
chi se lo aspettava? Alcuni hanno dormito, la notte prima, a presidio
dell'entrata certa; altri si sono azzuffati per accaparrarsi l'ultimo
sconto rompendo persino vetrine.
Nella stessa “nottata degli
accampamenti”, dopo un lungo vertice, il governo italiano ha
annunciato “i licenziamenti facili” per rispondere alle richieste
di Bruxelles sulle strategie per fronteggiare la crisi.
In piazza, a Roma, pochi giorni prima
migliaia di “indignati” venuti da tutta Italia (vergognosa,
antidemocratica la presenza dei Black Bloc) hanno protestato contro i
poteri forti, la mancanza di lavoro, di prospettive.
E Roma è uno spettacolo mirabolante di se stessa nella contraddizione degli eventi.
E Roma è uno spettacolo mirabolante di se stessa nella contraddizione degli eventi.
La domanda è: come
si mettono insieme crisi, contestazioni, paure e file sterminate per accaparrarsi un
telefonino?
La conclusione è che forse hanno davvero ragione quelli che affermano che siamo una società malata, condizionata
sino all'inverosimile. Intrisi di “dover essere” di “dover
apparire”. Talmente malata da dover comprare compulsivamente per
azzittire frustrazioni, carenze e vuoti. Vuoti esistenziali, di anima e di ragione.
Si compra per compensare la povertà e così si diventa ancora più
poveri. Viviamo in una società malata che lascia soli e chiama le persone individui; una società che impone modelli “di plastica” inarrivabili. Zavorre per uomini che
sprecano una vita intera a rincorrere tutto ciò che non hanno per il
solo fine di possederlo.
La vera
felicità, però, non è avere, ma condividere.