giovedì 3 ottobre 2013

Lampedusa 3 Ottobre 2013

Signore allarga i nostri cuori affinché gli occhi sappiano vedere  
Che lo sguardo diventi capace di accogliere il volto ferito dal vento e graffiato dal sole
Che il cuore sia capace di abbracciare la speranza che mette in gioco tutto, anche la vita
Che la mente sia certezza e azione per il bisognoso
Che le membra siano servizio e la parola non solo disperazione e commento dissolto domani
Signore rendici lanterne capaci di indicare la via e tracciare rotte
Dacci il coraggio di essere fari e giacigli e porti e ripari
Signore accogli nel tuo amore chi cercando riscatto ora riposa nel silenzio del mare
Signore consola gli afflitti, le mamme, i papà, i figli, gli amici che non si riabbracceranno 
Signore, Tu che vedi e senti e scruti in ogni angolo della terra e dell’animo umano, fa che il Tuo amore si spanda, si estenda e dilati là dove oggi regna indifferenza e odio.

Signore apri le tue braccia su tutti noi

mercoledì 2 ottobre 2013

Berlusconi: l’urlo della Fenice – E il governo ha la fiducia

L’Italia ha rischiato grosso. “Un rischio Fatale” ha detto il premier Letta al Senato. Poi la sorpresa, l’ennesima manovra imprevista e imprevedibile: Berlusconi ha detto “si” alla fiducia.

Dopo una notte convulsa, fatta di smentite e conferme, di scissioni annunciate e ricompattamenti, ancora una volta il destino dell’Italia dipendeva dal Cav.

Berlusconi ha detto “si”, Letta sorride e dal labiale si capisce la parola: “grande”, al suo fianco Alfano torvo in viso, poi arriva anche il suo di sorriso. Ancora una volta una capriola e Berlusconi, il genio per alcuni, un diavolo per altri, è in piedi, senza che nessuno sappia cosa ci sia dopo. Nessuno. Divisioni, vittorie e lacerazioni sono, per oggi, rimandate. 

La fiducia è stata invocata, desiderata, tranne da M5S, necessaria per andare avanti, per dare respiro al governo, all’Italia, eppure dopo il “si” di Berlusconi Zanda, capogruppo del PD al Senato, ha letto un discorso duro contro il leader del PDL… forse pensato e scritto sul “no”, che non c’è stato, di Berlusconi al governo Letta.

La Fenice Berlusconi ha contato i dissidenti uno per uno, ha rilanciato, compattato e sorpreso… Cosa serviva all’Italia?

Sono 20 anni che si parla solo di Berlusconi e di strategie per batterlo, piuttosto che pensare proposte capaci di attrarre gli italiani.

L’articolo 1 della nostra Costituzione recita: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Ovvero è il voto libero che determina il Paese, Il resto è demagogia.

La responsabilità di ciò che non va, non è solo della Casta, ma anche di chi la elegge. Tutta la casta, quella di maggioranza e quella di opposizione. Eppure non tutto è “Casta”.

Ci sono tanti, anche addirittura in parlamento, che si battono ogni giorno affinché questo Paese si sollevi. E’ loro che bisogna seguire, sorreggere ed aiutare.

Fa orrore vedere la violenza per la Tav, i roghi dei terroristi... le urla i fischi senza proposta, ma solo di odio contro Berlusconi, Letta, Bersani, Monti…. Fa orrore quando lo scontro anche duro, cede il passo alla violenza verbale se non addirittura fisica. Quando questo accade si ferisce la democrazia, e si colpisce quell’anima che i nostri padri costituenti diedero a questo meraviglioso Paese, che tanto fatica a capire chi è.

La forza è nella proposta, non nella piazza che si scaglia contro un bersaglio, sia di Centro, Destra o Sinistra. Se accade significa che qualcuno, che non si vede, pilota tensioni. La forza della democrazia è il confronto e la proposta, null’altro.

W l’Italia

mercoledì 11 settembre 2013

Il mondo di Giobbe - Intervista a Domenico Quirico

Un'amica in redazione tornata dalla maternità, sentendo la situazione geopolitica, mi ha detto: "In 14 mesi non è cambiato nulla, che impressione". 
E' così. In Congo si combatte, così in Nigeria, Centrafrica, Somalia, scontri in Egitto, Libia, Tunisia... Le Filippine destabilizzate dal "Fronte Moro"... I monaci in Tibet che si danno fuoco per la questione cinese. Il Medio Oriente, il nucleare iraniano e la Siria. La Colombia i narcotrafficanti, le guerre interne, le condanne a morte... l'economia che sale e scende... La famiglia sempre più sotto attacco, le manipolazioni genetiche e gli stermini di embrioni, uomini e donne che non vedranno mai il sole ma solo l'abbraccio di Dio...  Le violenze sulle donne, l'ultima in ordine di tempo in India, dove è stata uccisa una sposa bambina di 8 anni. Eppure il mondo è ancora lì ed anche quel puntino remoto che è l'Italia con la sua solita e ritrita politica: le urla di Grillo, le frammentazioni della sinistra, l'assenza dei cattolici  e le mosse del Cav che non molla nonostante sia assediato... Si parla si parla si parla e le persone si affamano, le ditte chiudono i lavori non si trovano. Il ricco è sempre più ricco e le file dei poveri aumentano a scapito di una classe media sempre più in difficoltà ed in via di estinzione. 

Il mondo è ancora lì grazie a milioni di  persone oneste, che lavorano, costruiscono, sperano pregano, sfidano, agiscono.


Condivido un'intervista significativa. Non riporto quasi mai il mio lavoro, ma qui è l'altro a parlare. E' Domenico Quirico rapito in Siria da gruppi armati, detenuto in condizioni disumane per 5 mesi, prima di essere liberato, l'8 settembre, da carcerieri senza scrupoli. 

E' una testimonianza straordinaria, un'analisi lucidissima ed una lezione di giornalismo. Non volevo sentirlo: per rispetto, perché tutti lo hanno intervistato, perché ha scritto un pezzo bellissimo e lunghissimo su La Stampa, insomma pensavo sarebbe stata l'ennesima replica.




R. – Diciamo che la cosa che mi ha più colpito – e ho avuto anche altre esperienze di sequestri in altre parti del mondo – è la totalità del male, che è come se Dio avesse consegnato al diavolo questo Paese, dicendogli: “Questo Paese è tuo: fanne quello che vuoi! E tutti quelli che vi entreranno, io non li aiuterò più”. A un certo punto, io ho pensato questo: la totalità del male. Io non ho mai provato in nessun altro posto, nello stesso modo, nella stessa misura, nella stessa tremenda completezza, l’assolutezza della mancanza di pietà, di compassione, di rispetto per l’altro che soffre.

D. – Che cosa ha mosso, secondo te, il tuo rapimento, il vostro rapimento?
R. – Un’orribile cosa che si chiama avidità: null’altro. Nessuna motivazione ideologica, neppure esasperata, folle, nessun fanatismo. Semplicemente la vecchia, antica, lercia, avidità umana.

D. – Nel tuo lungo pezzo sulla “Stampa” scrivi: “In tutta questa esperienza, c’è molto Dio”. Che cosa vuoi dire?

R. – Voglio dire, che fortunatamente, essendo io credente, avevo accanto a me qualcosa che non mi ha mai abbandonato, neppure quando per alcuni momenti ho sentito l’assenza di Dio: ed è la presenza di Dio, l’atto semplicissimo del pregare. Questa è stata presente per tutti i 152 giorni della mia detenzione: Dio era là, la fede era lì, in molti modi, non mi ha mai abbandonato.

D. – Hai avuto la pistola puntata alla tempia, senza sapere se avrebbero sparato: che cosa hai pensato, in quei momenti?

R. – Non so se hai letto il racconto che Dostojevski fa della stessa esperienza che aveva subito dopo la rivoluzione decabrista... La cosa che colpisce di più è l’orribile sensazione di piacere che un altro essere umano prova a farti paura. Prova piacere ad annusare, toccare la tua paura. E questo provoca, da un lato, angoscia e dall’altro lato una rabbia terribile: ti vergogni di aver paura di fronte a quell’uomo che ti minaccia con la pistola.

D. – Due finte esecuzioni, due fughe. Siete stati trattati male. Mangiavi avanzi, dovevi chiedere per ogni cosa. In un’intervista hai detto che non hai rancore nei confronti dei tuoi carcerieri: come è possibile?

R. – Ci sono due vie che si possono seguire, dopo un’esperienza del genere: l’una è la via dell’odio, della rabbia, della voglia di vendetta, che forse è la più facile, la più semplice, lastricata di meno ostacoli, la si può imboccare facilmente: non è difficile. E’ gente che mi ha rubato cinque mesi di esistenza, cinque mesi di sentimenti, di passioni, di amori, di cose che potevo fare e che non potevo fare, di cose che non ho visto e non vedrò mai più, che non potrò più recuperare in alcun modo. La seconda via è quella del perdono: è la più complicata, la più complessa, credo impraticabile. Bisogna essere santi: io non sono un santo. Però, imboccare la via dell’odio è un errore, perché trasformerebbe il male che queste persone mi hanno fatto in qualche cosa di permanente. Cioè, sarei un uomo peggiore di quello che ero prima di questa esperienza e sarebbe in una certa misura il modo in cui questa gente, che mi ha sequestrato, continuerebbe ad avermi nelle sue spire, nelle sue unghie, nei suoi artigli.

D. – Nel tuo secondo tentativo di fuga, sei riuscito a prendere un kalashnikov e una granata, però non li hai usati…

R. – Non lo so, francamente, se sarei stato in grado di utilizzare la granata, perché avrebbe significato ammazzare una persona. Io non penso di essere in grado di farlo, neppure in una situazione così estrema. Mettiamola in questo modo: sono felice di non aver lanciato quella granata.

D. – Dici: “Pier Piccinin ed io eravamo due credenti”. Vi siete incontrati nella fede?

R. – Questo sì, molte volte, anche se la nostra fede è molto diversa. La mia è una fede molto semplice, di quando ero bambino, delle preghiere che recitavo quando piccolo, maturata incontrando i sacerdoti di campagna, quando andavo a trovare mia nonna in vacanza, d’estate, in campagna. Come dico sempre, spingevano la bicicletta d’inverno nelle strade innevate, d’estate nella polvere dei campi, per andare a portare l’estrema unzione, la benedizione di Pasqua… Sacerdoti di Bernanos che magari non ne sapevano molto di teologia, ma la cui fede era granitica, che non esitava, che non aveva paura. La mia fede è molto semplice: è darsi, affidarsi, concedersi. La fede di Pier Piccinin è una fede più complicata, è un patto con Dio, la fede di Abramo… Ci siamo ritrovati nella preghiera, nella speranza, qualche volta anche nella sensazione che Dio ci avesse abbandonati, che fossimo soli: perché c’è stato anche quello. Ci siamo salvati perché eravamo in due, altrimenti saremmo impazziti.

D. – Che idea ti sei fatto della situazione siriana?

R. – Penso che in questo momento la Siria sia un Paese perduto. Perduto per l’umanità, per l’uomo. Perduto – ahimé – credo per molto tempo. Tra poco, forse da oggi, non si potrà più raccontarla, non si potrà più andarci. Non è soltanto un problema di tipo giornalistico: è un problema di assenza della testimonianza. La Siria esce dalla storia ed entra nelle spire di qualche cosa di terribile, tremendo… La storia di questo Paese, la rivoluzione mi ha un po’ tradito. Io ho creduto nella rivoluzione siriana, nei suoi giovani eroi, nei ragazzi di Aleppo, nei contadini del Jebel, di Idlib, che si battevano contro la dittatura… Adesso, tutto questo non esiste più: la primavera siriana è morta, è stra-morta. Ci sono i banditi e i fanatici, ci sono combattenti ribelli che pregano cinque volte al giorno, in cui l’invocazione a Dio è sempre lì, in cui i muezzin urlano l’appello alla preghiera ovunque, in cui prima della battaglia i combattenti si mettono in lunghe schiere con due kalashnikov incrociati e invocano il loro Dio per la vittoria… Ed è il Paese in cui Dio è più lontano, in cui si fanno le cose più contrarie. I miei carcerieri pregavano a un metro da me ed erano gli stessi che poi mi gettavano il cibo come ad un cane o che mi picchiavano come una bestia.

D. – Tornerai in zone di crisi?

R. – Il mio concetto di giornalismo è semplice come la mia fede: cioè, scrivere ciò che uno vede, essere presenti laddove l’uomo soffre. Raccontare il dolore è una cosa molto complicata, che richiede molta onestà, e la prima onestà è di vederlo e condividerlo. Non si racconta chi soffre se non soffri anche tu. Allora, o lo faccio in questo modo o faccio un altro mestiere.

D. – Tutti noi ti stiamo chiedendo tante cose. C’è invece qualcosa che tu vorresti dire?

R. – Di non dimenticare le persone che sono ora nella stessa condizione in cui ero fino a domenica scorsa, perché la cosa più tremenda è l’idea di essere soli

lunedì 18 marzo 2013

Papa Francesco: testimone di Cristo senza barriere

Papa Francesco: soffia il Vento dello Spirito. I muri crollano. L'evangelizzazione nell'incontro. Grazie Santità.

giovedì 7 marzo 2013

L'Italia della politica disattesa


Politica. Quando qualcuno, evoca scenari di guerriglia, di scontri di piazza, violenza, evidenzia, suo malgrado, un volto.

L’Italia ha conosciuto l’orrore del Nazifascismo, il buio degli Anni di Piombo, certe cose forse si sopiscono, non si dimenticano.

L’Italia va a rotoli in un caos che sembra precipitare sempre più, ma nulla è perso. Ora c’è un vuoto, ma per come la vedo anche un’opportunità.

I cattolici, forza a cui tutti i partiti ammiccano in tempo di elezioni e per decenni “volutamente lasciati nella diaspora”, sono appunto una Forza.

Alcuni hanno trasformato l'avventura di Todi in una bolla di sapone. Bene. Doveva essere così. Realtà, volontà e facce così si sono mostrati.

Ora serve il coraggio di rischiare, per iniziare una sfida che vale una vita.

Nessuna sudditanza per le “Gerarchie", piuttosto rispetto; nessun interesse personale, piuttosto azione creativa; nessuna negazione del “vecchio”, piuttosto scuola nell’esperienza.

Non è in gioco una poltrona, ma il futuro del Paese, di noi stessi, dei nostri figli.

W l’Italia      

lunedì 25 febbraio 2013

Elezioni 2013. 25 Febbraio una brutta pagina politica. Un grande pericolo per l'Italia


Le elezioni segnano di fatto una forte ingovernabilità. I miei colleghi giornalisti in questa notte elettorale pongono domande ai "vecchi" politici. Le risposte sono fotocopie delle ultime legislature. Si fanno analisi, si commentano le percentuali, si ipotizzano schieramenti e alleanze, nessuno scorge il baratro.

Tutti parlano del fenomeno M5S, ma pochi ne capiscono la portata. Perché pochi lo hanno seguito in questi mesi eppure era ad un click di distanza, sulla Rete, ogni giorno. E mentre altri replicavano scenari o rifiutavano volti di cambiamento, lui costruiva sul malcontento, la voglia di cambiare, di rinnovare, di riscatto e rinascita. E alla fine piazza San Giovanni, a Roma, è stato un tripudio.

Occasione persa, quella del rinnovamento, per i cattolici chiusi nei particolarismi e minuscoli micropotentati. Todi è stato catalizzatore per un giorno, sogno di una costruzione nuova. Todi Due un tramonto.

Del resto “il movimento”, penso a Solidarność, genera la politica, non il viceversa. Come la politica governa i mercati e ne stabilisce le linee portanti, non il contrario. E se accade che la politica subisce le leve finanziarie, il panorama visionario e programmatico diventa emergenza giornaliera, la politica muore in se stessa schiava di forze esterne che ne muovono i fili.

E adesso? Adesso Grillo porterà il laboratorio di Casaleggio (http://www.youtube.com/watch?v=JodFiwBlsYs) nel Parlamento italiano e sperimenterà sul popolo “l'intelligenza unitaria” formata dalla molteplicità dei soggetti. E il volto, la radice, l'appartenenza che fine faranno?

Vecchie domande i miei colleghi, risposte decentrate i vetusti interlocutori, ancora incapaci di vedere nuovi scenari, ancora miopi di fronte allo tsunami che sta per travolgere il Paese.

Siamo su una china pericolosa, serve tanto coraggio. Bisogna serrare le fila e chiamare ogni forza, capacità, volontà e identità desiderosa di dare un volto a questo splendido Paese. Questo si deve fare per non lasciare che la nostra Italia sia ulteriormente deturpata.

lunedì 18 febbraio 2013

Il calendario degli ultimi impegni di Benedetto XVI. Padre Lombardi: il 27 febbraio il grande abbraccio dei fedeli


Il Papa ha sentito in questi anni e in questi giorni il sostegno della preghiera del popolo di Dio. Lo ha ribadito padre Federico Lombardi nel terzo briefing dopo la rinuncia di Benedetto XVI. Il direttore della Sala Stampa vaticana ha dettagliato il programma del Papa fino al prossimo 28 febbraio, quando nel pomeriggio andrà a Castel Gandolfo e dalle 20 inizierà la sede vacante. A metà marzo si terrà il conclave. Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3 

Sottolineando ancora una volta che la rinuncia di Benedetto XVI è avvenuta in piena libertà e per il bene della Chiesa, padre Federico Lombardi ha evidenziato subito, incontrando i giornalisti che affollavano la Sala Stampa della Santa Sede, in che modo tale decisione, che può anche “disorientare”, debba essere vissuta:

“Va vista in un clima di fede, di certezza del sostegno di Cristo per la sua Chiesa. Il Papa sa che anche il suo ministero è un ministero che viene sostenuto dalla grazia di Cristo e così continua a essere sostenuta la Chiesa anche quando ci sia il suo successore e anche nel momento della scelta del suo successore”.

Sollecito dalla domande, il direttore della Sala Stampa Vaticana, ha comunque confermato che lo stato d’animo in Vaticano è di “sorpresa e di riflessione sul significato della decisione”; da parte sua padre Lombardi ha puntualizzato il suo personale sentimento di “grande ammirazione” per Benedetto XVI:

“Io sono ammirato del fatto che il Papa ha fatto questa sua valutazione avendo vissuto pienamente, lucidamente ed efficacissimamente il suo ministero fino ad oggi. Quindi, è ammirabile che egli valuti: 'Ho fatto bene il mio ministero finora, adesso sento che, perché continui a essere svolto adeguatamente nel mondo di oggi, con le sue esigenze, con il suo dinamismo, e così via, ci voglia un maggior vigore'”.

Il Papa lascerà il Vaticano, trasferendosi a Castel Gandolfo, nel pomeriggio del 28 febbraio, verso le 17; alle 20 inizierà la sede vacante. Annullati tutti gli appuntamenti previsti dopo questa data. Tra il 15 e il 20 marzo prenderà avvio il conclave per l’elezione del nuovo Pontefice.

Padre Lombardi ha declinato tutti gli impegni del Santo Padre fino alla fine di febbraio: sostanzialmente tutti confermati, tranne la visita ad limina dei vescovi delle Marche.

Oggi l'incontro con il clero di Roma, domani l'udienza al presidente della Romania e ai vescovi liguri in visita ad limina, sabato 16 febbraio in mattinata il colloquio con il presidente del Guatemala e i vescovi lombardi, poi alle 18.00 l'udienza privata con il senatore Mario Monti. Domenica 17, alle 12 l’Angelus. Alle 18.00 iniziano gli esercizi spirituali guidati dal cardinale Ravasi. Durante la settimana prossima saranno dunque sospese tutte le attività, compresa l’udienza generale del mercoledì. Sabato 23 febbraio, in mattinata, la conclusione degli esercizi con le parole del Papa. Alle 11.30, Benedetto XVI incontrerà il presidente Giorgio Napolitano. Domenica 24, alle 12.00, l’ultimo Angelus del pontificato con i fedeli radunati in Piazza San Pietro. Lunedì 25 febbraio incontrerà alcuni cardinali in udienze singole. Mercoledì 27 febbraio l’ultima udienza generale si svolgerà in Piazza San Pietro. E’ prevista la presenza di molti fedeli. Giovedì 28 febbraio alle 11.00 i cardinali saluteranno il Papa nella Sala Clementina. Alle 17.00 il Papa si trasferirà in elicottero a Castel Gandolfo. Alle 20.00 inizia la sede vacante. Annullate le prediche di Quaresima e tutti gli impegni successivi.

Padre Lombardi ha poi sottolineato, ancora una volta, che il Papa non avrà ruolo in conclave, che tonerà in Vaticano per studiare e pregare e che assicurerà la sua vicinanza e sostegno spirituale al suo successore, attraverso una presenza discreta. Smentita la notizia di un suo trasferimento a Montecassino o altre località, dopo il periodo della sede vacante.

Ha quindi spiegato il significato della nomina di ieri mattina, a uditore generale della Camera Apostolica, di mons. Giuseppe Sciacca, segretario generale del Governatorato. Ha detto che si tratta di una nomina pontificia pertinente alla sede vacante, la cosiddetta Camera Apostolica, che ha funzioni di carattere logistico-amministrativo.

Confermato che tutte le attività in Vaticano, comprese quelle dei Tribunali, stanno proseguendo con regolarità e che a breve sarà nominato il nuovo presidente dello Ior, procedimento questo – ha specificato - già avviato da tempo. Sollecitato sulla riattivazione del servizio di pagamento a mezzo carte di credito nello Stato della Città del Vaticano e la reazione della Banca D’Italia, padre Lombardi ha parlato di un “clima d’intesa e buoni rapporti”.

Ultimo aggiornamento: 14 febbraio 2013



Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/02/13/il_calendario_degli_ultimi_impegni_di_benedetto_xvi._padre_lombardi:_i/it1-664641
del sito Radio Vaticana 

martedì 12 febbraio 2013

Padre Lombardi: il nuovo Papa si sentirà sostenuto dalla preghiera di Benedetto XVI

12 Febbraio 2013 

Il Papa sta bene, non ha rinunciato perché malato, ma solo per la fragilità dovuta all’invecchiamento. Lo ha ribadito il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, in un nuovo briefing con i giornalisti. Confermato tutto il calendario degli appuntamenti fino al 28 febbraio, ultimo giorno del Pontificato di Benedetto XVI, ma non ci sarà l’Enciclica sulla fede. Massimiliano Menichetti:


Nessuna malattia specifica ha colpito il Santo Padre e nessun’altra tensione ha determinato la sua “decisone storica” di rinunciare al ministero petrino. Padre Federico Lombardi torna a ribadire ai giornalisti il perché delle dimissioni del Papa. Motivi legati esclusivamente alla fragilità dell’invecchiamento, all’impossibilità di governare al meglio la Chiesa. Una decisione - ha detto - non improvvisata, lucida, frutto di ‘grande riflessione davanti a Dio’ e che rende Benedetto XVI molto sereno.

“Irrilevante sotto ogni punto di vista - ha puntualizzato padre Lombardi - la sostituzione delle batterie del pacemaker, notizia rilanciata dalla stampa italiana, che Ratzinger aveva già da cardinale”.

Il direttore della Sala Stampa, confermando ancora una volta che l’agenda di Benedetto XVI non subirà variazioni fino al 28 febbraio, data in cui inizierà la Sede vacante, ha invitato a prestare attenzione a cosa dirà il Papa nei prossimi giorni, a partire da domani: sia all’udienza generale, sia alla celebrazione delle Ceneri in San Pietro. Evento, quest’ultimo, spostato in Basilica, da Santa Sabina sull’Aventino per accogliere più fedeli e i tanti cardinali che parteciperanno, di fatto, all’ultima “grande concelebrazione del Papa”.

Poi, giovedì, ci sarà l’incontro-conversazione con il clero romano, nell’Aula Paolo VI, dove Papa Benedetto parlerà a braccio, probabilmente “della sua esperienza nel Concilio Vaticano II”.

Confermati anche tutti gli altri appuntamenti come le visite ad limina dei vescovi italiani, le udienze ai presidenti di Romania e Guatemala, gli Angelus domenicali, il suo intervento alla fine degli esercizi spirituali e l’ultima udienza del 27 febbraio, che “potrebbe tenersi in Piazza San Pietro”. Padre Lombardi ha poi evidenziato che non ci sarà più l’attesa Enciclica sulla fede:

“Non era ad un punto di preparazione tale da poter, in un tempo così breve, essere tradotta, pubblicata, messa a punto definitivamente. Quindi, questo rimane un documento che avevamo atteso ma che verosimilmente non avremo, per lo meno non nella forma normale dell’Enciclica. Se poi dopo ci sarà qualche altro modo o riflessione in cui Benedetto XVI ci farà partecipi delle sue riflessioni sulla fede, benissimo. Però, l’Enciclica come tale, pubblicata dal Papa in carica non possiamo aspettarcela entro la fine del mese di febbraio”.

Il direttore della Sala Stampa ha anche spiegato che il viaggio a Cuba e Messico, a causa della fatica, ha costituito per Benedetto XVI una tappa di maturazione verso la rinuncia al ministero, ma non già una decisione definitiva in tal senso.

Ai giornalisti non è stato fornito alcun dettaglio su come si chiamerà o vestirà Benedetto XVI una volta rientrato in Vaticano, dopo la permanenza a Castel Gandolfo: questioni che non sono ancora state definite. Verosimilmente escluso che “tornerà cardinale”, sicuramente “sarà Vescovo emerito di Roma” anche se, per ora, non ci sono formule ufficiali. L’anello petrino – ha detto padre Lombardi – potrebbe essere spezzato come da prassi.

Confermato che il Papa non avrà alcun ruolo nel prossimo conclave; e poi che sono iniziati in novembre i lavori di restauro del monastero in Vaticano dove risiederà e che un tempo era occupato da suore di clausura . Poi, sollecitato dai cronisti sulla realtà di due Papi in Vaticano, ha aggiunto:

“E’ una situazione nuova, avere un Papa che ha fatto la rinuncia, nella Città del Vaticano: credo che non ci sarà assolutamente alcun problema per il suo successore. Anzi, probabilmente, il successore si sentirà sostenuto dalla preghiera, da una presenza intensa di amore e di partecipazione da parte della persona che più di tutte nel mondo può capire e partecipare alle preoccupazioni del suo successore”.

Benedetto XVI - è stato precisato - cesserà nelle sue funzioni alle ore venti del ventotto febbraio, ovvero quando “ordinariamente” il Papa termina la sua attività, prima di ritirarsi in preghiera, e poi riposare




Radio Vaticana:
http://it.radiovaticana.va/news/2013/02/12/padre_lombardi:_il_nuovo_papa_si_sentir%C3%A0_sostenuto_dalla_preghiera_di_/it1-664267

Padre Lombardi: grandissima testimonianza di libertà spirituale del Papa


11 Febbraio 2013 

Un atto di grande coraggio che ha sorpreso tutti. Così in sintesi il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi, nel briefing subito dopo la notizia della rinuncia del Papa. Padre Lombardi ha affermato che “Benedetto XVI rispetterà gli impegni già in calendario per il mese di febbraio, compresi l'udienza generale di mercoledì prossimo e l'Angelus di domenica" Mercoledi la celebrazione delle Ceneri sarà presieduta dal Papa alle 17 nella Basilica di San Pietro e non a Santa Sabina sull'Aventino. Massimiliano Menichetti:

“Il Papa ci ha preso un po’ di sorpresa”. “Una dichiarazione breve ascoltata con il fiato sospeso credo che la massima parte dei presenti non avesse informazione di quello che stava per annunciare”. Così in sintesi padre Federico Lombardi nel briefing con la stampa dopo la rinuncia espressa da Bendetto XVI. Il direttore della Sala Stampa vaticana ha ripreso il testo letto dal Papa al termine della celebrazione del Concistoro. Ha sottolineato che è stata una “decisione personale profonda presa in preghiera di fronte al Signore da cui ha ricevuto la missione che sta svolgendo”.

“Il Papa - ha detto – ha compiuto l’esame di coscienza sulle sue forze in rapporto al ministero". Ha escluso che alcuno stato emozionale, “condizione di salute”, o “evento difficile” lo abbia indotto a questa scelta. Benedetto XVI - ha proseguito padre Lombardi - “ha rilevato in sé un calo del vigore negli ultimi mesi” e quindi “uno squilibrio tra i compiti da affrontare e le forze di cui si sente di disporre”.

Ribadendo che tale decisione è in linea con il canone 332 del Codice di diritto canonico, ha ricordato che il Santo Padre rimarrà nel pieno delle sue funzioni fino alle ore venti del prossimo 28 febbraio, poi inizierà la Sede vacante; Benedetto XVI si trasferirà a Castel Gandolfo, successivamente sarà nell’ex monastero delle suore di clausura in Vaticano, dedicandosi alla preghiera e riflessione. Rispondendo alle tante domande dei giornalisti ha escluso che il Papa parteciperà al Conclave e che “entro Pasqua ci potrebbe essere” un nuovo successore di Pietro. “Una situazione nuova” ha detto il direttore della Sala Stampa che non si verificava da secoli. Padre Lombardi ha poi espresso la sua personale ammirazione per la decisone del Papa:

“Oltre a quello che ha detto il cardinale Sodano, sottolineo anche una grandissima ammirazione, perché questo significa un grande coraggio, una grande libertà di spirito, una grande consapevolezza della sua responsabilità e del suo desiderio che il ministero del governo della Chiesa sia esercitato nel modo migliore e con questo mi pare che ci dia una grandissima testimonianza di libertà spirituale. Ho grandissima ammirazione per questo atto che, come tutti gli atti che vengono fatti per la prima volta, dopo centinaia di anni, richiede evidentemente coraggio e una grande determinazione. Allo stesso tempo è chiaro che non è una decisione improvvisata”.
Una motivazione coerente - ha aggiunto – in linea con il libro intervista “Luce del mondo” conversazione con Peter Seewald, in cui lo stesso Santo Padre, rispondendo a due domande sull’ipotesi della rinuncia, aveva spiegato che “quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado mentalmente, fisicamente e spiritualmente di svolgere l’incarico affidatogli, ha il diritto, ed in alcune circostanze" anche il dovere di dimettersi, ma anche che la rinuncia era possibile, solo in un momento di serenità, fuori da situazioni di difficoltà per la Chiesa.

Radio Vaticana: http://it.radiovaticana.va/news/2013/02/11/padre_lombardi:_grandissima_testimonianza_di_libert%C3%A0_spirituale_del_pa/it1-663958

















giovedì 7 febbraio 2013

Di tanto in tanto...

Di tanto in tanto. Per parlare di politica, economia e bioetica. Ma non oggi.
W l'Italia!

mercoledì 16 gennaio 2013

Elezioni 2013 e dintorni


Benvenuto 2013! Ci hai portato decine di simboli elettorali, le tempeste che separano Linosa (400 abitanti che non importa se rimangono al palo, ma del resto è la strategia di questo Paese nei confronti di chi non ha voce, come: carcerati, immigrati…) da Lampedusa; il silenzio di chi vorrebbe gridare perché il futuro si allontana: giovani che non trovano lavoro, meno giovani che non domandano neanche più, donne discriminate nei fatti, esodati, poveri e anziani. L’Italia dell’arte è sempre più trascurata, quella della piccola e media impresa sempre più stritolata da tasse e disincentivi. Hai portato gli indici più bassi di produttività, impiego e sviluppo e una sanità sempre più rarefatta. Eppure l’Italia è terrà di eccellenza, sacrificio, dedizione e creatività.  

A Febbraio ci saranno le elezioni. L’occasione è un rinnovamento nella stabilità, il rischio è la paralisi totale. Da una parte politiche che non guardano alla famiglia, contro la vita, che negoziano quei principi che invece non dovrebbero essere oggetto di contrattazioni, dall’altra attacchi allo stato sociale. Ma quale Stato può esistere senza uomo?

Poi ci sono le guerre in Mali e Centrafrica, il perdurare del conflitto in Siria; gli stupri in India; le persecuzioni dei cristiani in Pakistan, Nigeria; le proposte di sharia, come fonte di diritto, nelle costituzioni di Tunisia ed Egitto; le proteste anti Putin in Russia e le proposte di Obama contro le armi negli Usa; gli investimenti giapponesi e le repressioni cinesi, le rotte rinforzate del narcotraffico… ma il mondo in Italia semplicemente non esiste. W l’Italia