giovedì 27 settembre 2012

La grazia - Vaticano Vatileaks - Processo Gabriele - Sciarpelletti

Ultimo aggiornamento 24 Dicembre 2012

Prologo 


Il Papa ha concesso la grazia a Paolo Gabriele il 22 dicembre, pur confermando la sentenza. E' andato in carcere e ha parlato con il suo ex aiutante di Camera. Per anni ha condivido con lui la quotidiana familiarità, oggi, come un padre, crede nel suo ravvedimento. Paoletto, come lo chiamavano tutti in Vaticano, è a casa, per questo Natale.


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Il processo in Vaticano a Gabriele e Sciarpelletti. Una vicenda dai contorni molto inquietanti e che di certo non fa bene alla Chiesa, ma la Chiesa è più Grande. Una vera giustizia non può esistere senza il fondamento della Verità.


Il processo a Paolo Gabriele è finito, ho seguito in aula, con altri 10 colleghi, il procedimento, un'esperienza molto intensa, unica nel suo genere. Non solo per la tipologia, il contesto, l'oggetto e i soggetti coinvolti, ma anche per il valore che ha assunto agli occhi del mondo. Un mondo che segue regole diverse a seconda delle latitudini del pianeta, non così omogeneo come si crede a volte, così globalizzato. Un mondo, però, spesso, avido di giudizi, cieco, maldestro, perfino beffardo… un mondo che, troppe volte, lotta per auto affermarsi, senza rendersi conto che viene salvato, ogni giorno, dalla bontà del Cielo.



Per i tanti che mi hanno chiesto, vi invito a seguire sul sito della Radio Vaticana gli eventuali aggiornamenti. Alcuni saranno postati qui:




Pubblicata la Sentenza. Gabriele ai domiciliari, poi il carcere se non ci sarà la Grazia. Per il processo pagherà 1000 Euro. Il 5 novembre inizia il procedimento Sciarpelletti. Sala Stampa 23 Ottobre


http://it.radiovaticana.va/news/2012/10/23/processo_gabriele,_le_motivazioni_della_sentenza._il_5_novembre_apre_i/it1-632374


La condanna: 18 mesi in carcere per aver rubato le carte. Gabriele rimane impassibile. Si attende la Grazia. Udienza del 6 ottobre 

http://it.radiovaticana.va/news/2012/10/06/processo_in_vaticano:_gabriele_condannato_a_18_mesi_di_reclusione._il_/it1-627538

I 4 gendarmi: "Gabriele ci ringraziava per trattamento". Udienza del 3 ottobre 

http://it.radiovaticana.va/news/2012/10/03/processo_in_vaticano._gendarmi:_gabriele_ci_ringrazi%C3%B2_per_il_trattamen/it1-626615


E' Paolo Gabriele a parlare, ore 9 inizio del dibattimento: "Sono innocente ero in una cella dove non potevo aprire le braccia". Mi chiedo: perché non lo hai detto prima? Udienza del 2 ottobre

http://it.radiovaticana.va/news/2012/10/02/processo_in_vaticano._gabriele:__sono_innocente_._la_gendarmeria:_risp/it1-626422

2 ore e 15 minuti.

Lo Stralcio Sciarpelletti - Gabriele.
La prima udienza di un processo storico. Dopo diversi aggiustamenti e decisioni siamo in 10 a seguire in aula il processo in Vaticano, gli altri aspetteranno il resoconto del pool in Sala Stampa Vaticana. Udienza del 29 settembre.

Entrando in tribunale il clima è tranquillo, consegnamo cellulari ed oggetti in metallo, passiamo sotto il metal detector, sarà così tutti i giorni... Gabriele arriva intorno alle 9.20, educatamente e sobriamente saluta, con lui non c'è nessuno. Alcuni colleghi lo giudicano impenetrabile, io direi teso, pensieroso, a tratti nervoso.  La stanza è piccola: circa 10X15 metri, ospita 10 giornalisti, padre Lombardi, i tre giudici, l'accusa (il Promotore di Giustizia), i due avvocati di parte, Gabriele, tre tra cancellieri e notaio, tre gendarmi, 8 testi, tra cui Giani. Sciarpelletti è assente... 
Durante l'attesa della Camera di Consiglio ci si confronta, si fa il punto, Gabriele accenna un sorriso mentre parla con il suo avvocato: Cristina Arru... 

http://it.radiovaticana.va/news/2012/09/29/processo_in_vaticano:_separati_i_procedimenti_a_carico_di_gabriele_e_s/it1-625644


Le procedure del processo in Vaticano. Sala Stampa 27 settembre:  

http://it.radiovaticana.va/news/2012/09/27/briefing_sulle_procedure_giuridiche_vaticane_in_vista_del_processo_sui/it1-625034



lunedì 24 settembre 2012

FOTOSTORIA Auschwitz Birkenau. 1500 ragazzi europei in pellegrinaggio per "Un Mondo Senza Violenza"


“Se nei nostri Paesi si respira paura, noi invece siamo piani di speranza”. Con queste parole oltre 1500 ragazzi, provenienti da tutta Europa, hanno lanciato un appello di pace ai giovani di tutto il mondo. Il pellegrinaggio ad Auschwitz – Birkenau è stato la tappa centrale della Terza Edizione dell’Incontro Internazionale, “Giovani europei per un mondo senza violenza” (20 – 23 settembre), organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, conclusosi con una fiaccolata a Cracovia ed il mandato a costruire ponti di pace. Centrale l'incontro di preghiera insieme all’arcivescovo della città, il cardinale Stanisław Dziwisz.






Questa la FOTO-STORIA del pellegrinaggio nei campi della morte







La Vistola scorre lenta a Cracovia mentre gli autobus avvolti dalla nebbia arrivano silenziosi davanti al sito della morte di Auschwitz. 1500 ragazzi diventeranno ambasciatori del ricordo, “dell’orrore che mai più deve ripetersi”.




Il numero esatto delle vittime dello sterminio nazista non si è mai conosciuto; le stime superano oltre un milione e mezzo di persone



Centinaia di ragazzi provenienti da tutta Europa (Repubblica Ceca, Italia, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia, Ucraina, Ungheria…) passano oltre il cancello della morte con la scritta in tedesco “Arbeit macht frei”, che significa "Il lavoro rende liberi"



Il campo è diviso in blocchi. Un silenzio spettale avvolge i visitatori. Le immagini si sovrappongono alle foto dell’orrore, calpestiamo strade che ancora gridano dolore. Auschwitz è i primo dei tre campi che formano un complesso enorme insieme a Birkenau, Monowitz e altri 40 sottocampi


Il silenzio ed il rispetto accompagna ogni nostro passo, gli occhi guardano increduli la follia resa sistema. Dietro la casa della della sentinella per l'appello, le forche. 3 uomini al giorno venivano impiccati come monito


Tutti venivano schedati, catalogati, privati dei beni, affamati, ridotti a larve


La vita media in un campo di sterminio era di pochi mesi


Nei campi si moriva continuamente, di freddo, fame, uccisi dai compagni per un paio di scarpe, selezionati a caso dai soldati. “La mia vita, per la tua”. San Massimiliano Maria Kolbe irradia la luce di Cristo nel baratro di Auschwitz. Offrirà la propria vita per salvare un altro detenuto, padre di famiglia. Un gesto inconcepibile che farà meritare a Kolbe “il bunker”: una cella dove si muore per assenza di cibo, senza possibilità di sdraiarsi. Sarà ucciso recitando l’Ave Maria con un’iniezione di fenolo al braccio


Si era fucilati per ogni motivo, tanto che non ne esistevano più. Il muro dell’esecuzione tutto intorno ha pali di legno, dove venivano appesi i prigionieri per i polsi. Quando si rompevano i tendini, diventavano inabili al lavoro e quindi uccisi


Nessuno sapeva con certezza che sarebbe morto, nessuno di loro immaginava che alla fine del loro spostamento, dopo questo scatto, la porta delle camere a gas si sarebbe chiusa dietro di loro


I primi esperimenti sull’uso del Cyclone B vennero condotti ad Auschwitz era un gas economico in grado di uccidere in circa dieci minuti. Dieci minuti di atroci sofferenze



I deportati non immaginavano che quello sarebbe stato il loro ultimo viaggio. All’arrivo tutto veniva requisito.
Ogni oggetto di valore o di uso personale, i capelli tagliati per farne tessuto


Impossibile fuggire, tutti campi erano elettrificati


Lo sguardo si atterrisce di fronte al camino del forno crematorio. Ad Auschwitz si potevano bruciare oltre 350 corpi al giorno, una quantità insufficiente. Vennero costruiti allora altri forni a Birkenau per bruciare 5mila corpi al giorno, ancora insufficienti. Si utilizzarono allora fosse e roghi all’aperto per bruciare i corpi


Tutti i ragazzi si ammutoliscono quando la strada mostra l’ingresso della morte. Qui arrivavano i treni con migliaia di donne, bambini e uomini che non rividero mai più la loro casa per il solo fatto di essere Ebrei, Sinti, Rom, cristiani, dissidenti…


Birkenau è immenso, non si vede la fine dei reticolati. I tedeschi riuscirono a bruciare quasi tutto qui, nel tentativo di nascondere l’orrore... 

.... Le baracche qui erano di legno, stalle riconvertite


La Marcia Silenziosa di 1500 giovani europei accompagnati. La speranza entra nel rispetto più assoluto a Birkenau


Con i ragazzi c’è Zeev Tibi Ram, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Ha raccontato la sua terribile storia. Aveva 13 anni quando venne portato nel campo della morte. Ha visto sterminare la sua famiglia. 


Il grande piazzale che ospita il memoriale in ricordo di tutte le vittime. Qui l’appello dei giovani accompagnati dalla Comunità di Sant’Egidio per un mondo senza violenza, contro ogni odio e razzismo e promessa dell’impegno ad essere ambasciatori di memoria e pace


Il monito all’umanità che grida continuamente il rispetto e segna il confine del baratro


Le corone deposte in memoria di tutte le vittime in particolare Ebrei, Sinti e Rom


Le corone deposte in memoria di tutte le vittime in particolare Ebrei, Sinti e Rom 



E la speranza è diventata realtà nella luce di Cristo, nella preghiera, nel raccoglimento davanti alle reliquie di Santa Faustina, nel Santuario della Divina Misericordia


L’abbraccio ed il calore dell’arcivescovo di Cracovia, il cardinale Stanisław Dziwisz, prima che la notte chiudesse questo giorno denso, ricco di sfide per un’umanità migliore










 — presso Auschwitz-Birkenau.