lunedì 24 dicembre 2012

Politica italiana Buon Natale!


Il 2012 si avvia alla fine e nonostante i Maya, il sole sorgerà caldo sul 2013. Lo spread continua a giocare con le borse e il governo Monti ha rassegnato le dimissioni. Il “Cavaliere” è sceso in campo, tra “sussurri e grida”.  Renzi è stato battuto dal vecchio sistema delle rassicurazioni e Grillo continua ad urlare nel megafono degli scontenti e del  “contro”. Il Centro fa le “prove tecniche di trasmissione” e sceglie soluzioni di attesa. La legge elettorale rimane il “porcellum”, straordinario! Si parla in generale della necessità di una politica che sappia rinnovarsi, ma la politica è la sintesi di ciò che una società è, non viceversa. Il Papa è su Twitter, sconcertante che un uomo di pace e dialogo sia stato insultato da così tante persone. Oltre il 90% dei messaggi. Anche questo parla della nostra società, del nostro volto e della nostra testimonianza. 
Si continua a credere nel dialogo, senza costruire identità, un altro ossimoro.
Però la storia insegna che all’improvviso il cambiamento può avvenire. Non è mai casuale, ma costruito, voluto, pensato. W l’Italia. 

mercoledì 5 dicembre 2012

Imulacro di un'Italia.


E l’Italia paga l’Imu, almeno una parte di questo bellissimo Paese. Un altro pezzo invece preferisce evadere, dalle responsabilità, dal dovere... E spesso è quella parte che più di tutti potrebbe. Un potere forte. Grazie a tutti quelli che non si limitano a “cianciare”, ma sono in prima linea nel sostenere il nostro Paese. Grazie a tutti coloro che non abbracciano la linea facile del “contro” e dell’”anti”, grazie a tutti quelli che pensano per cercare e proporre soluzioni.  W l’Italia.

sabato 10 novembre 2012

Primo e ultimo grado. Processo Sciarpelletti

Ultimo aggiornamento dicembre 2012



Il processo in Vaticano a Gabriele e Sciarpelletti. Una vicenda dai contorni molto inquietanti e che di certo non fa bene alla Chiesa, ma la Chiesa è più Grande. Una vera giustizia non può esistere senza il fondamento della Verità.





Si chiude il primo e ultimo grado a carico di Claudio Sciarpelletti. Condannato a 2 mesi di carcere per aver intralciato la giustizia vaticana. Lui si è dichiarato innocente. Ci doveva essere il ricorso, annunciato dall’avvocato di parte, poi si è tornati indietro e nel silenzio del 2012 chi vivrà vedrà. In aula il silenzio. Udienza del 10 novembre 2012







Inizia il processo a carico di Claudio Sciarpelletti. Respinta la nullità dell'accusa. Lui si dichiara innocente. Udienza del 5 novembre 2012


http://it.radiovaticana.va/news/2012/11/05/processo_sciarpelletti._respinta_la_nullit%C3%A0_sul_rinvio_a_giudizio._sab/it1-635917


mercoledì 7 novembre 2012

277 Caratteri

...la vita riprende sempre il suo corso, i ricordi e le emozioni, giustamente, non si dissolvono. Ci rendono (ci dovrebbero rendere) più adulti.
La vita è bella anche per questo: non sai mai quando può cambiare (deve farlo obbligatoriamente?). Forse mai, forse domani stesso...

giovedì 27 settembre 2012

La grazia - Vaticano Vatileaks - Processo Gabriele - Sciarpelletti

Ultimo aggiornamento 24 Dicembre 2012

Prologo 


Il Papa ha concesso la grazia a Paolo Gabriele il 22 dicembre, pur confermando la sentenza. E' andato in carcere e ha parlato con il suo ex aiutante di Camera. Per anni ha condivido con lui la quotidiana familiarità, oggi, come un padre, crede nel suo ravvedimento. Paoletto, come lo chiamavano tutti in Vaticano, è a casa, per questo Natale.


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Il processo in Vaticano a Gabriele e Sciarpelletti. Una vicenda dai contorni molto inquietanti e che di certo non fa bene alla Chiesa, ma la Chiesa è più Grande. Una vera giustizia non può esistere senza il fondamento della Verità.


Il processo a Paolo Gabriele è finito, ho seguito in aula, con altri 10 colleghi, il procedimento, un'esperienza molto intensa, unica nel suo genere. Non solo per la tipologia, il contesto, l'oggetto e i soggetti coinvolti, ma anche per il valore che ha assunto agli occhi del mondo. Un mondo che segue regole diverse a seconda delle latitudini del pianeta, non così omogeneo come si crede a volte, così globalizzato. Un mondo, però, spesso, avido di giudizi, cieco, maldestro, perfino beffardo… un mondo che, troppe volte, lotta per auto affermarsi, senza rendersi conto che viene salvato, ogni giorno, dalla bontà del Cielo.



Per i tanti che mi hanno chiesto, vi invito a seguire sul sito della Radio Vaticana gli eventuali aggiornamenti. Alcuni saranno postati qui:




Pubblicata la Sentenza. Gabriele ai domiciliari, poi il carcere se non ci sarà la Grazia. Per il processo pagherà 1000 Euro. Il 5 novembre inizia il procedimento Sciarpelletti. Sala Stampa 23 Ottobre


http://it.radiovaticana.va/news/2012/10/23/processo_gabriele,_le_motivazioni_della_sentenza._il_5_novembre_apre_i/it1-632374


La condanna: 18 mesi in carcere per aver rubato le carte. Gabriele rimane impassibile. Si attende la Grazia. Udienza del 6 ottobre 

http://it.radiovaticana.va/news/2012/10/06/processo_in_vaticano:_gabriele_condannato_a_18_mesi_di_reclusione._il_/it1-627538

I 4 gendarmi: "Gabriele ci ringraziava per trattamento". Udienza del 3 ottobre 

http://it.radiovaticana.va/news/2012/10/03/processo_in_vaticano._gendarmi:_gabriele_ci_ringrazi%C3%B2_per_il_trattamen/it1-626615


E' Paolo Gabriele a parlare, ore 9 inizio del dibattimento: "Sono innocente ero in una cella dove non potevo aprire le braccia". Mi chiedo: perché non lo hai detto prima? Udienza del 2 ottobre

http://it.radiovaticana.va/news/2012/10/02/processo_in_vaticano._gabriele:__sono_innocente_._la_gendarmeria:_risp/it1-626422

2 ore e 15 minuti.

Lo Stralcio Sciarpelletti - Gabriele.
La prima udienza di un processo storico. Dopo diversi aggiustamenti e decisioni siamo in 10 a seguire in aula il processo in Vaticano, gli altri aspetteranno il resoconto del pool in Sala Stampa Vaticana. Udienza del 29 settembre.

Entrando in tribunale il clima è tranquillo, consegnamo cellulari ed oggetti in metallo, passiamo sotto il metal detector, sarà così tutti i giorni... Gabriele arriva intorno alle 9.20, educatamente e sobriamente saluta, con lui non c'è nessuno. Alcuni colleghi lo giudicano impenetrabile, io direi teso, pensieroso, a tratti nervoso.  La stanza è piccola: circa 10X15 metri, ospita 10 giornalisti, padre Lombardi, i tre giudici, l'accusa (il Promotore di Giustizia), i due avvocati di parte, Gabriele, tre tra cancellieri e notaio, tre gendarmi, 8 testi, tra cui Giani. Sciarpelletti è assente... 
Durante l'attesa della Camera di Consiglio ci si confronta, si fa il punto, Gabriele accenna un sorriso mentre parla con il suo avvocato: Cristina Arru... 

http://it.radiovaticana.va/news/2012/09/29/processo_in_vaticano:_separati_i_procedimenti_a_carico_di_gabriele_e_s/it1-625644


Le procedure del processo in Vaticano. Sala Stampa 27 settembre:  

http://it.radiovaticana.va/news/2012/09/27/briefing_sulle_procedure_giuridiche_vaticane_in_vista_del_processo_sui/it1-625034



lunedì 24 settembre 2012

FOTOSTORIA Auschwitz Birkenau. 1500 ragazzi europei in pellegrinaggio per "Un Mondo Senza Violenza"


“Se nei nostri Paesi si respira paura, noi invece siamo piani di speranza”. Con queste parole oltre 1500 ragazzi, provenienti da tutta Europa, hanno lanciato un appello di pace ai giovani di tutto il mondo. Il pellegrinaggio ad Auschwitz – Birkenau è stato la tappa centrale della Terza Edizione dell’Incontro Internazionale, “Giovani europei per un mondo senza violenza” (20 – 23 settembre), organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, conclusosi con una fiaccolata a Cracovia ed il mandato a costruire ponti di pace. Centrale l'incontro di preghiera insieme all’arcivescovo della città, il cardinale Stanisław Dziwisz.






Questa la FOTO-STORIA del pellegrinaggio nei campi della morte







La Vistola scorre lenta a Cracovia mentre gli autobus avvolti dalla nebbia arrivano silenziosi davanti al sito della morte di Auschwitz. 1500 ragazzi diventeranno ambasciatori del ricordo, “dell’orrore che mai più deve ripetersi”.




Il numero esatto delle vittime dello sterminio nazista non si è mai conosciuto; le stime superano oltre un milione e mezzo di persone



Centinaia di ragazzi provenienti da tutta Europa (Repubblica Ceca, Italia, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia, Ucraina, Ungheria…) passano oltre il cancello della morte con la scritta in tedesco “Arbeit macht frei”, che significa "Il lavoro rende liberi"



Il campo è diviso in blocchi. Un silenzio spettale avvolge i visitatori. Le immagini si sovrappongono alle foto dell’orrore, calpestiamo strade che ancora gridano dolore. Auschwitz è i primo dei tre campi che formano un complesso enorme insieme a Birkenau, Monowitz e altri 40 sottocampi


Il silenzio ed il rispetto accompagna ogni nostro passo, gli occhi guardano increduli la follia resa sistema. Dietro la casa della della sentinella per l'appello, le forche. 3 uomini al giorno venivano impiccati come monito


Tutti venivano schedati, catalogati, privati dei beni, affamati, ridotti a larve


La vita media in un campo di sterminio era di pochi mesi


Nei campi si moriva continuamente, di freddo, fame, uccisi dai compagni per un paio di scarpe, selezionati a caso dai soldati. “La mia vita, per la tua”. San Massimiliano Maria Kolbe irradia la luce di Cristo nel baratro di Auschwitz. Offrirà la propria vita per salvare un altro detenuto, padre di famiglia. Un gesto inconcepibile che farà meritare a Kolbe “il bunker”: una cella dove si muore per assenza di cibo, senza possibilità di sdraiarsi. Sarà ucciso recitando l’Ave Maria con un’iniezione di fenolo al braccio


Si era fucilati per ogni motivo, tanto che non ne esistevano più. Il muro dell’esecuzione tutto intorno ha pali di legno, dove venivano appesi i prigionieri per i polsi. Quando si rompevano i tendini, diventavano inabili al lavoro e quindi uccisi


Nessuno sapeva con certezza che sarebbe morto, nessuno di loro immaginava che alla fine del loro spostamento, dopo questo scatto, la porta delle camere a gas si sarebbe chiusa dietro di loro


I primi esperimenti sull’uso del Cyclone B vennero condotti ad Auschwitz era un gas economico in grado di uccidere in circa dieci minuti. Dieci minuti di atroci sofferenze



I deportati non immaginavano che quello sarebbe stato il loro ultimo viaggio. All’arrivo tutto veniva requisito.
Ogni oggetto di valore o di uso personale, i capelli tagliati per farne tessuto


Impossibile fuggire, tutti campi erano elettrificati


Lo sguardo si atterrisce di fronte al camino del forno crematorio. Ad Auschwitz si potevano bruciare oltre 350 corpi al giorno, una quantità insufficiente. Vennero costruiti allora altri forni a Birkenau per bruciare 5mila corpi al giorno, ancora insufficienti. Si utilizzarono allora fosse e roghi all’aperto per bruciare i corpi


Tutti i ragazzi si ammutoliscono quando la strada mostra l’ingresso della morte. Qui arrivavano i treni con migliaia di donne, bambini e uomini che non rividero mai più la loro casa per il solo fatto di essere Ebrei, Sinti, Rom, cristiani, dissidenti…


Birkenau è immenso, non si vede la fine dei reticolati. I tedeschi riuscirono a bruciare quasi tutto qui, nel tentativo di nascondere l’orrore... 

.... Le baracche qui erano di legno, stalle riconvertite


La Marcia Silenziosa di 1500 giovani europei accompagnati. La speranza entra nel rispetto più assoluto a Birkenau


Con i ragazzi c’è Zeev Tibi Ram, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Ha raccontato la sua terribile storia. Aveva 13 anni quando venne portato nel campo della morte. Ha visto sterminare la sua famiglia. 


Il grande piazzale che ospita il memoriale in ricordo di tutte le vittime. Qui l’appello dei giovani accompagnati dalla Comunità di Sant’Egidio per un mondo senza violenza, contro ogni odio e razzismo e promessa dell’impegno ad essere ambasciatori di memoria e pace


Il monito all’umanità che grida continuamente il rispetto e segna il confine del baratro


Le corone deposte in memoria di tutte le vittime in particolare Ebrei, Sinti e Rom


Le corone deposte in memoria di tutte le vittime in particolare Ebrei, Sinti e Rom 



E la speranza è diventata realtà nella luce di Cristo, nella preghiera, nel raccoglimento davanti alle reliquie di Santa Faustina, nel Santuario della Divina Misericordia


L’abbraccio ed il calore dell’arcivescovo di Cracovia, il cardinale Stanisław Dziwisz, prima che la notte chiudesse questo giorno denso, ricco di sfide per un’umanità migliore










 — presso Auschwitz-Birkenau.

domenica 5 agosto 2012

Volare non solo con la fantasia


Volare oltre i sentieri dei falchi più temerari, dove il vento sfida cime secolari, dove il frusciare del tempo diventa finestra tra le nuvole … E ritrovarsi a galleggiare nell’aria.

Monte Cucco (Sigillo) agosto 2012



 



giovedì 19 luglio 2012

Luglio 2012. L'anno che verrà


Bersani promette che nel 2013 il Governo sarà tutto rinnovato, mentre si apre il sipario Dell’Utri-Berlusconi che regala nuovi atti di vicende ancora non note. Lo spread è lì che sale e scende come se qualcuno alzasse e abbassasse leve in relazione a scelte o prospettive. In Rai slittano le deleghe sulle spese. Scoperti nel Belpaese 2300 falsi poveri e ciechi miracolati, ancora con pensione d’invalidità, che spingono carrozzine con bambini pasciuti. 

E’ l’Italia di questa estate che guarda da lontano l’escalation di violenza in Siria, le stragi in Iraq, Afghanistan, Pakistan, che ignora cosa accade in Nigeria, Mali e Congo; si disinteressa del narcotraffico tra Colombia, Messico e Bolivia (eppure la bandiera del monopolio del  trasporto della droga è tricolore. Il 65% del trasporto è in mano alla ‘Ndrangheta ritenuta universalmente affidabile, insostituibile, la migliore, insomma un vero marchio di qualità Made in Italy). 

E’ l’Italia che festeggia la liberazione di Rossella Urru rapita in Algeria a ottobre e riflette su tutte le pagine dei quotidiani se i 5 metri del bagnasciuga siano pubblici  oppure no, se si possano costruire castelli di sabbia e si debbano cacciare donne in gravidanza perché ostacolano il transito...


Eppure in questi giorni ho visto ancora una volta un’Italia diversa da quella usurata, raccontata nei Tg, narrata dai Gr e fotografata dalle pagine dei Quotidiani. E’ l’Italia che si rimbocca le maniche quella che non va in vacanza e che tiene duro, pagando le tasse e reggendo il Paese. E' l'Italia dei piccoli imprenditori che sotto l’ombrellone continuano a lavorare, non per un mero profitto ma per favorire lo sviluppo e costruire garanzie per loro e per le famiglie dei propri dipendenti. C’è un’Italia che la sera esce per guardare spettacoli di piazza gratuiti che regalano musiche, balletti e teatro di spessore al posto della “House” assordante; c’è un’Italia che non si vergogna di mettere la stessa maglietta per crescere i propri figli, c’è un’Italia che crede, prega e si organizza affinché tutti, nessuno escluso, abbiano un’alternativa alla logica del silenzio, della casta, della non politica, dell’auto economia, del non futuro. W l’Italia       

martedì 10 luglio 2012

La politica di chi c'è


Lo scenario politico degrada, auto alimentato non riesce a tracciare scenari. La strategia ora è di taglio e  contenimento: economico, sociale, lavorativo, etico... la persona è ridotta ad individuo e allora tutte le derive sono possibili.

Aumenta costantemente “lo spread” tra il Paese reale e la classe politica percepita come distaccata, oligarchica. In parte è vero in parte, no.

Ci sono molti che lavorano in senso opposto ad a questo sforzo bisogna guardare, su quest’esempio costruire.

In Italia ci sono migliaia e migliaia di lavoratori, piccoli e grandi imprenditori, famiglie, studenti…  che sperano, tengono duro e continuano ad incarnare la vita, tutelare, difendere ciò che hanno di più caro: la propria e altrui dignità, dando volto ad un Paese diverso. Realtà che non si lasciano intimorire dalla logica perversa dello spread, pur sapendo che la finanza ha pesanti e devastanti ricadute sull’economia reale, se non segue criteri etici. Pur riconoscendo i rischi che derivano dal tempo presente, dagli attacchi, dalle speculazioni, continuano a credere che costruire è possibile e si adoperano per questo: per dare un futuro a chi verrà dopo.  

Esiste un’Italia che pulsa e non arraffa, spera ed edifica. Un’Italia che risponde con “il fare”a chi solo urla e genera la logica del conflitto, dell’antipolitica, dell’antigiustizia, dell’antidemocrazia, dell’anti. Risposta al pensiero debole che solo provoca senza nulla costruire. W L’Italia

venerdì 6 luglio 2012

Vivi e lascia vivere


E’ stupefacente come Facebook, Twitter, Whatsapp … incidano sulla dimensione quotidiana della vita. C’è chi indaga sulle identità o sfumature d’identità che si assumono: "Siamo anche lì oppure quello è un angolo diverso dove giocano altre regole, dove i confini si confondono fino a sfumarsi?" Interessante, ma l’essere umano non è chiamato alla scissione e quando succede, anche in minima parte, gioca al compromesso su se stesso e inizia a perdersi.

Che meravigli a le piattaforme dove tutti condividono tutto:  foto di torte postate affianco a quelle di pargoli amati, ma che nessuno tutela in quell’immagine che chissà dove finirà. E cani e gatti vicino a vignette e analisi politiche e striscioni e foto vacanziere o lavorative … Tutti abbiamo bisogno di dire la nostra, alcuni riescono anche a farlo, molti guardano, altri continuano ad auto-reindirizzarsi felici di esistere e far esistere in un mondo virtuale.  W l’Italia  

mercoledì 4 luglio 2012

Italia amore mio, solo 248 parole


C’è bisogno di idee, gridano in molti. Secondo me c’è bisogno di coraggio.

Di osare, di ricominciare, non distruggere, ma reimpostare. Di fortificare quella morale e quell’identità che si va sempre più dissolvendo, ma che dona il nome a questa penisola.

Nel nostro bellissimo Paese esiste un doppio volano: se sei vecchio e potente domini il mondo ed hai incarichi su incarichi, se sei vecchio e basta, semplicemente non esisti. Non esisti nelle corsie degli ospedali, se non conosci “qualcuno”; non esisti nel vantare un diritto, non esisti. Se sei giovane e appartieni ad una famiglia “rampante” le tue possibilità crescono a dismisura, se sei giovane e basta: “devi fare esperienza”, poi però, molto spesso, sarà tardi. In Inghilterra i docenti dei Campus hanno in media 35 anni. In Italia? Semplicemente non esistono i Campus. 
Italia, Italia! La politica cerca (destra sinistra centro Todi tutto frullato), il calcio è in crisi (Spagna Italia 4-0 fa male non perché loro erano bravi, ma perché noi non siamo esistiti), lo Stato lotta contro i fantasmi della mafia, che intanto domina il mondo;  la Rai prova se stessa … E intanto gli avvoltoi più abili affilano le unghie, sanno cosa mangeranno. Curioso come lo spread oscilli e le borse reagiscano a seconda di accordi e mega-summit dai modesti risultati e grandi proclami, curioso. I poteri forti che nessuno può contrastare, eppure, “nulla è impedito all’uomo che sa osare.” Nulla impedì al piccolo Davide di ottenere un grande risultato.  Coraggio Italia, coraggio!

mercoledì 23 maggio 2012

20 anni fa la strage di Capaci. E l’Italia oggi si ferma


Il 23 maggio 1992  la strage di Capaci ferì la giustizia uccidendo il magistrato Giovanni Falcone insieme alla moglie e alla scorta.
57 giorni dopo, la mafia, uccise l’amico fraterno Paolo Borsellino e altri uomini della scorta.


Oggi commemorazioni e parole per il riscatto dell’Italia. Italia in crisi economica, di lavoro, di valori, di radici. L’Italia che non pronuncia più la parola Patria, e dove la parola Fede è sempre più sbiadita.  
Eppure finché ci sarà chi darà la vita per una giusta causa; finché ci sarà chi lotterà per affermare il vero non cedendo al completo relativismo delle idee; finché ci sarà qualcuno che con coraggio e rispetto per l’altro, costruirà invece di demolire, avremo uomini e molto più di una speranza.
Grazie a tutti i servitori dello Stato, grazie a tutti i Pastori della fede, grazie a tutti gli uomini di buona volontà che nel piccolo della propria vita non si arrendono nel mio Paese.
W. L’italia!

domenica 20 maggio 2012

Brindisi. Italia guarda al tuo futuro


Non si gioca, provoca, si fa politica spicciola, quando si è di fronte alle bombe che uccidono bambini,  istituzioni, il Paese. In questi casi serve solidarietà, lucidità e consapevolezza. Le bombe feriscono e lacerano il Paese. Serve rispetto e determinazione. Serve un sussulto. Trasformare in proclami è strumentalizzare, non aiuta l’Italia a crescere, riscattarsi. Il Paese ha bisogno di compattezza e di rinsaldare la propria identità, anche cristiana, solo così potrà respingere il ricatto terrorista-mafioso.
Basta! Dov'è la lettura cristiana di chi si dice impegnato in politica, ci bastano Ornaghi e Riccardi al governo per sentirci tranquilli? E Todi che fine ha fatto?! 
W l'Italia!

sabato 14 aprile 2012

Il forno della Fornero: lavoro ed esodati

Politica. Il ministro del Welfare, Fornero, punta i piedi e da Reggio Calabria sottolinea: “o la riforma o il governo va a casa”, poi apre alle modifiche (non strutturali); quindi attacca Bonanni CISL (che aveva detto governo con la testa sotto la sabbia): "Le battute facili le lascio a quelli che ne hanno molte".
Peccato che la triplice raccolga la quasi totalità dei lavoratori italiani, che si ritrovano uniti su "esodati" e lavoro. Qualcosa vorrà dire? Straordinario poi come siano mescolate, nelle parole del lungo discorso del ministro, l'apertura al dialogo e la minaccia di lasciare l'Italia nella crisi economica più nera. Ricorda lo spauracchio che si usava un tempo con i bimbi. Un mio amico, forse, direbbe: "la Fornero "fa falso moralismo". Ma poi la crisi economica è davvero così nera? Viva l'Italia!

mercoledì 28 marzo 2012

Il silenzio che vale più di mille parole

Il silenzio paga chi sa ascoltarlo, lo credo davvero. Troppe voci che si accavallano, su tutto. Blog sterminati costruiti come rulli infiniti... Siti che raccontano contemporaneamente dei seni rifatti, le tensioni in Iran e Siria, passando per il governo Monti e la crisi economica mondiale. E allora pausa. Pausa per respirare e cercare di capire dove si va e perché. Pausa perché il cielo è blu, il sole è giallo ed il sorriso di un bimbo vale più di tutti gli Ipad del mondo Apple.
  

lunedì 5 marzo 2012

Grazie Governo Monti

Governo Monti
Davvero grazie per il sostegno alle famiglie (cellula imprescindibile, baluardo dello Stato, pilastro della nostra Costituzione) . Grazie per il programma di sviluppo e rilancio seguito ai tagli, orizzontali. Grazie per aver  investito  nelle forze di sicurezza, spompate e senza più benzina (“La sicurezza è un costo sociale che si paga poi”. Poi perché, quando non c’è più possesso del territorio la criminalità cresce come un cancro e poi, si vedono: rapine, stupri, droga, ecc…). Grazie per il sostegno alla Chiesa Cattolica. Grazie anche per il supporto offerto ai giovani, per la tutela delle garanzie lavorative e per i piani d’impresa. Grazie per la speranza che ogni giorno viene iniettata nei nostri cuori. Italia quando ti sveglierai?!

mercoledì 8 febbraio 2012

Lavoro. Posto fisso addio? Monti, Cancellieri, Fornero e la strategia dei funamboli


Prima il premier Monti (tecnico di tutto rispetto e nome di prestigio in ambito accademico, europeo e… e non solo) a sottolineare che il “posto fisso è monotono”, poi i ministri Cancellieri e Fornero (titolari rispettivamente dei dicasteri dell’Interno e del Lavoro) hanno ribadito che “Gli italiani sono fermi, come struttura mentale, al posto fisso” hanno parlato di staticità, di presenza “nella stessa città a fianco a mamma e papà”. Di necessità di fare “Un salto”.
Certo ma dalla Rupe Tarpea! 
Ci vorrebbe più attenzione, più rispetto, per tutti. Per i giovani, quelli fino ai 30 anni e per quelli che ne hanno qualcuno di più, ai quali non pensa mai nessuno. Come se passata la soglia degli “anta” competenza, capacità, professionalità  si dissolvano senza tracce e con loro ogni possibilità di costruire, pensare ad una vita.


La patria della mobilità è negli Stati Uniti, Paese in cui, fino a ieri, cambiare lavoro, in un crescendo di specializzazione, era come decidere di fare un viaggio: bastava volerlo (il più delle volte. Adesso anche quel modello scricchiola e pesantemente). 


Parlare di mobilità in assenza di un tessuto lavorativo in grado di assorbire, formare e promuovere è un insulto. 


Il “posto fisso” non è sbagliato se si costruisce un sistema in grado di sostenerlo. La mobilità è un’altra via, sempre però, se si costruisce un sistema virtuoso. Non basta dire a chi cerca lavoro che “dovrà farci l’abitudine”. E’ come dire che l’onere del sacrificio, di una società che non produce lavoro, spetta a chi cerca. Una follia! 


E adesso pubblicano stipendi ed incarichi dei "figli dei potenti". Ma a che serve? Non è con la strategia della “caccia alle streghe”, impoverendo altri, che il Paese, i giovani, e meno giovani, si risolleveranno. Però basta con i: “Io volevo dire”. Oxford, Cambridge… Commissari  europei e Ministri. No! “Io volevo dire” è un altro insulto.

sabato 4 febbraio 2012

La neve a Roma: da Flaminia a Trionfale, 8 km in 8 ore

Eppure è stato proprio così, come in uno di quei film in cui la “Salerno - Reggio Calabria” diventa luogo di socializzazione, scambio culturale e culinario, o come in quelle pellicole in bianco e nero dove il desiderio di trascorrere una domenica sul litorale di Ostia si trasformava in una immensa coda di automobili festanti e non, sulla via Cristoforo Colombo. Eppure è stato così questa sera dopo un’allerta meteo che ha messo in ginocchio “Roma Capitale”. Ore 13.15 sono sul Grande Raccordo Anulare, corsia esterna, mentre Roma comincia ad imbiancarsi.  La segnaletica elettronica indica l’indispensabilità delle catene a bordo o l’uso di gomme da neve. Sono tranquillo. Solo pochi istanti ed un tappeto di luci di posizione è il presagio di un pomeriggio che finirà solo in tarda serata. Mi guardo intorno, siamo immobili, circa al km 18esimo, gli altri automobilisti sono divertiti dagli improvvisi, anche se annunciati, fiocchi bianchi che cadono copiosi ormai da circa un’ora. Sembra Natale. Alcuni accostano l’automobile, e raccolgono manciate di neve, giocano a tirarsela. Alcune stazioni radio parlano del maltempo, a Roma Sud è indicato un rallentamento. Di Roma-Nord nessuna traccia. Un’ora dopo siamo praticamente allo stesso punto, alcuni lasciano il volante per chiedere informazioni ai camionisti (hanno gli apparati radio), altri scattano foto con i telefonini, girano filmati da postare su Facebook. C’è chi dice che la coda si snoda fino all’uscita Aurelia, il chilometro uno. Dopo due ore avremo percorso circa due chilometri, non ci sono piazzole ristoro, eppure l’ora di pranzo invita ad una sosta. Dai bagagliai c’è chi prende una tavoletta di cioccolata, chi una bottiglia d’acqua. Alcuni la offrono a chi ha dei bambini che sfacciatamente urlano “papà posso averne un pezzetto?” L’Italia della solidarietà ha il volto di un panino condiviso, o di una barretta spezzata in cinque pezzi. Fuori la neve si incrementa. Tre ore dopo il manto stradale si compatta ben bene, non c’è fanghiglia ma una bella neve pressata. Penso allo sci da fondo che non ho mai imparato, mentre vedo gente abbandonare la propria auto lungo le corsie e scegliere di andare a piedi. Già, ma a piedi dove? L’uscita successiva è a circa un chilometro, come la precedente. Molti sono in panne, si prova a spingere, ma le ruote slittano, praticamente nessuno ha le catene o pneumatici invernali. C’è chi compila, si scambia dati dopo il tamponamento. Quattro ore dopo le sirene delle autoambulanze si fanno più frequenti e pressanti. Non passano. Nei pressi dell’ospedale Sant’Andrea  tutti si spostano di decine di centimetri, non si guida bene, si slitta, ma i varchi si aprono lo stesso. Ancora auto e moto abbandonate sulla destra, la tormenta continua e noi siamo ancora fermi. Noi, perché adesso conosco, Mario, il camionista che avverte: “stateme lontani che er camio sguiscia”; Stefania che, su una berlina lusso, ha finito la batteria del cellulare ed ha chiesto al signore barbuto fermo alla sua destra di fare una telefonata. Insomma l’Italia ha anche il solito volto della condivisione. Cinque ore dopo c’è chi ha fame, sete. Gli sguardi sono smarriti, il giorno è diventato notte e la strada bianco ghiaccio. C’è paura e rabbia. Sei ore dopo circolano voci su decine di incidenti, camion rigirati e ribaltati, chilometri di coda, nessuna conferma o smentita ufficiale. Da lontano un’altra sirena, è una gazzella della Polizia. Si fanno largo serpeggiando molto lentamente tra il mosaico colorato di carrozzerie. Una donna apre lo sportello scende ed inizia ad inveire contro le divise, il sindaco, e chiunque secondo lei abbia responsabilità di aver “sequestrato tutta sta gente”. Intorno si fa un capannello, gli agenti non rispondono, in quel momento un’utilitaria ed una sportiva si toccano, i guidatori si insultano cercano testimoni, tutti guardano. La scena si scioglie ed il lampeggiante scompare nella notte. Ancora una volta non sappiamo che destino ci attende. Otto ore dopo anche io telefono ai Carabinieri. Mi scuso per l’ennesima chiamata dal GRA, ma spiego che ho quaranta anni, che sono solo a bordo del mio veicolo e che quindi aver saltato un pasto e non avere acqua non costituisce un problema, ma che forse, tra le centinaia di auto che ho davanti e dietro ci sono bambini e anziani. Chiedo se la Protezione Civile è stata allertata se si hanno informazioni su come si uscirà da questa situazione. Dall'altro capo dell'etere mi spiegano che la Polizia ha la competenza su quella strada e che stanno distribuendo coperte e quant’altro. Io sono in mezzo a quel caos e non vedo nessuno, da ore. Faccio presente che le autovetture sono dotate di riscaldamento e insisto nel voler sapere se la Protezione Civile è al corrente dell’emergenza. Mi viene spiegato che le coperte servono per le macchine che rimangono senza benzina. Non capisco perché non si provveda al rifornimento di carburante invece delle coperte… ringrazio e chiudo la conversazione. Faccio chiamare la Protezione Civile, ci spiegano che è in corso la distribuzione di pasti e bevande calde (dove?), ma che l’emergenza rende tutto molto complesso. Otto ore dopo siamo nei pressi delle gallerie che portano all’uscita "Trionfale", il cartello luminoso augura “Buon viaggio”. Perché non viene utilizzato per dare informazioni agli automobilisti che ormai stremati suonano a ripetizione i clacson? E’ come una grande ola: le trombe delle automobili, sommate a quelle possenti dei camion partono da dietro, in un crescendo ti sorpassano per poi perdersi tra i fiocchi di neve, che non hanno mai smesso di cadere. All’uscita “Trionfale” sono incuneate centinaia di auto, nessuno dice che solo qualche centinaia di metri dopo quello svincolo, la circolazione riprende senza code. 8 ore per 8 chilometri!

Roma ore 5.45 La Neve cade sulla piazza immacolata







domenica 8 gennaio 2012

Benvenuto 2012

Tutta l’Europa trema per la speculazione finanziaria. L’Italia è alle prese con la stabilizzazione dello Spread. In Nigeria la violenza contro i cristiani non si ferma, come in Pakistan, Iraq, India… solo che nessuno lo dice. In America Latina scompaiono nel nulla decine di famiglie. L’Ue minaccia l’Iran di nuove sanzioni per il suo programma nucleare. In Egitto i Fratelli musulmani dicono che non riconosceranno mai Israele. In Siria si continua ad uccidere chi è contro il regime, come in Yemen così come è stato in Tunisia e Libia anche se qui le cose si complicano e non di poco.  A Roma è stata uccisa una bambina di 6 mesi in braccio al padre, un commerciante  cinese, e in Danimarca il governo sta pianificando politiche che impediranno a chi portatore della sindrome di Down di nascere. Notizie di questi giorni, che si verificano in un click. Notizie che passano sotto silenzio, o peggio indifferenza. In Italia escono statistiche sull’utilizzo dei telefoni  cellulari: siamo i primi in Europa per acquisti. E la crisi? L’Africa è ancora più lontana: ho negli occhi la corsa di un bambino di circa 13 anni sommerso da una nuvola di terra rossa sollevata dal pulmino, che non ha mai raggiunto, sul quale viaggiavo. Desiderava solo avere una penna. Benvenuto 2012 che Dio illumini le nostre coscienze.