“Se nei nostri Paesi si respira paura, noi invece siamo piani di speranza”. Con queste parole oltre 1500 ragazzi, provenienti da tutta Europa, hanno lanciato un appello di pace ai giovani di tutto il mondo. Il pellegrinaggio ad Auschwitz – Birkenau è stato la tappa centrale della Terza Edizione dell’Incontro Internazionale, “Giovani europei per un mondo senza violenza” (20 – 23 settembre), organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, conclusosi con una fiaccolata a Cracovia ed il mandato a costruire ponti di pace. Centrale l'incontro di preghiera insieme all’arcivescovo della città, il cardinale Stanisław Dziwisz.
Questa la FOTO-STORIA del pellegrinaggio nei campi della morte
La Vistola scorre lenta a Cracovia mentre gli autobus avvolti dalla nebbia arrivano silenziosi davanti al sito della morte di Auschwitz. 1500 ragazzi diventeranno ambasciatori del ricordo, “dell’orrore che mai più deve ripetersi”.
Il numero esatto delle vittime dello sterminio nazista non si è mai conosciuto; le stime superano oltre un milione e mezzo di persone
Centinaia di ragazzi provenienti da tutta Europa (Repubblica Ceca, Italia, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia, Ucraina, Ungheria…) passano oltre il cancello della morte con la scritta in tedesco “Arbeit macht frei”, che significa "Il lavoro rende liberi"
Il campo è diviso in blocchi. Un silenzio spettale avvolge i visitatori. Le immagini si sovrappongono alle foto dell’orrore, calpestiamo strade che ancora gridano dolore. Auschwitz è i primo dei tre campi che formano un complesso enorme insieme a Birkenau, Monowitz e altri 40 sottocampi
Il silenzio ed il rispetto accompagna ogni nostro passo, gli occhi guardano increduli la follia resa sistema. Dietro la casa della della sentinella per l'appello, le forche. 3 uomini al giorno venivano impiccati come monito
Tutti venivano schedati, catalogati, privati dei beni, affamati, ridotti a larve
La vita media in un campo di sterminio era di pochi mesi
Nei campi si moriva continuamente, di freddo, fame, uccisi dai compagni per un paio di scarpe, selezionati a caso dai soldati. “La mia vita, per la tua”. San Massimiliano Maria Kolbe irradia la luce di Cristo nel baratro di Auschwitz. Offrirà la propria vita per salvare un altro detenuto, padre di famiglia. Un gesto inconcepibile che farà meritare a Kolbe “il bunker”: una cella dove si muore per assenza di cibo, senza possibilità di sdraiarsi. Sarà ucciso recitando l’Ave Maria con un’iniezione di fenolo al braccio
Si era fucilati per ogni motivo, tanto che non ne esistevano più. Il muro dell’esecuzione tutto intorno ha pali di legno, dove venivano appesi i prigionieri per i polsi. Quando si rompevano i tendini, diventavano inabili al lavoro e quindi uccisi
Nessuno sapeva con certezza che sarebbe morto, nessuno di loro immaginava che alla fine del loro spostamento, dopo questo scatto, la porta delle camere a gas si sarebbe chiusa dietro di loro
I primi esperimenti sull’uso del Cyclone B vennero condotti ad Auschwitz era un gas economico in grado di uccidere in circa dieci minuti. Dieci minuti di atroci sofferenze
I deportati non immaginavano che quello sarebbe stato il loro ultimo viaggio. All’arrivo tutto veniva requisito.
Ogni oggetto di valore o di uso personale, i capelli tagliati per farne tessuto
Impossibile fuggire, tutti campi erano elettrificati
Lo sguardo si atterrisce di fronte al camino del forno crematorio. Ad Auschwitz si potevano bruciare oltre 350 corpi al giorno, una quantità insufficiente. Vennero costruiti allora altri forni a Birkenau per bruciare 5mila corpi al giorno, ancora insufficienti. Si utilizzarono allora fosse e roghi all’aperto per bruciare i corpi
Tutti i ragazzi si ammutoliscono quando la strada mostra l’ingresso della morte. Qui arrivavano i treni con migliaia di donne, bambini e uomini che non rividero mai più la loro casa per il solo fatto di essere Ebrei, Sinti, Rom, cristiani, dissidenti…
Birkenau è immenso, non si vede la fine dei reticolati. I tedeschi riuscirono a bruciare quasi tutto qui, nel tentativo di nascondere l’orrore...
.... Le baracche qui erano di legno, stalle riconvertite
La Marcia Silenziosa di 1500 giovani europei accompagnati. La speranza entra nel rispetto più assoluto a Birkenau
Con i ragazzi c’è Zeev Tibi Ram, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Ha raccontato la sua terribile storia. Aveva 13 anni quando venne portato nel campo della morte. Ha visto sterminare la sua famiglia.
Il grande piazzale che ospita il memoriale in ricordo di tutte le vittime. Qui l’appello dei giovani accompagnati dalla Comunità di Sant’Egidio per un mondo senza violenza, contro ogni odio e razzismo e promessa dell’impegno ad essere ambasciatori di memoria e pace
Il monito all’umanità che grida continuamente il rispetto e segna il confine del baratro
Le corone deposte in memoria di tutte le vittime in particolare Ebrei, Sinti e Rom
Le corone deposte in memoria di tutte le vittime in particolare Ebrei, Sinti e Rom
E la speranza è diventata realtà nella luce di Cristo, nella preghiera, nel raccoglimento davanti alle reliquie di Santa Faustina, nel Santuario della Divina Misericordia
L’abbraccio ed il calore dell’arcivescovo di Cracovia, il cardinale Stanisław Dziwisz, prima che la notte chiudesse questo giorno denso, ricco di sfide per un’umanità migliore
Qui trovi i servizi pubblicati sul sito internet della Radio Vaticana:
http:// it.radiovaticana.va/news/ 2012/09/21/ ad_auschwitz_migliaia_di_gi ovani_per_il_pellegrinaggi o_della_comunit%E0_/ it1-623196
http:// it.radiovaticana.va/news/ 2012/09/21/ l'appello_di_pace_di_oltre_ 1500_giovani_europei_ad_au schwitz_con_la_co/ it1-623503
— presso Auschwitz-Birkenau.
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