Benvenuto 2013! Ci hai portato decine di simboli elettorali,
le tempeste che separano Linosa (400 abitanti che non importa se rimangono al
palo, ma del resto è la strategia di questo Paese nei confronti di chi non ha
voce, come: carcerati, immigrati…) da Lampedusa; il silenzio di chi vorrebbe
gridare perché il futuro si allontana: giovani che non trovano lavoro, meno
giovani che non domandano neanche più, donne discriminate nei fatti, esodati, poveri
e anziani. L’Italia dell’arte è sempre più trascurata, quella della piccola e
media impresa sempre più stritolata da tasse e disincentivi. Hai portato gli
indici più bassi di produttività, impiego e sviluppo e una sanità sempre più
rarefatta. Eppure l’Italia è terrà di eccellenza, sacrificio, dedizione e
creatività.
A Febbraio ci saranno le elezioni. L’occasione è un
rinnovamento nella stabilità, il rischio è la paralisi totale. Da una parte
politiche che non guardano alla famiglia, contro la vita, che negoziano quei
principi che invece non dovrebbero essere oggetto di contrattazioni, dall’altra
attacchi allo stato sociale. Ma quale Stato può esistere senza uomo?
Poi ci sono le guerre in Mali e Centrafrica, il perdurare del
conflitto in Siria; gli stupri in India; le persecuzioni dei cristiani in
Pakistan, Nigeria; le proposte di sharia, come fonte di diritto, nelle
costituzioni di Tunisia ed Egitto; le proteste anti Putin in Russia e le
proposte di Obama contro le armi negli Usa; gli investimenti giapponesi e le
repressioni cinesi, le rotte rinforzate del narcotraffico… ma il mondo in
Italia semplicemente non esiste. W l’Italia