venerdì 25 novembre 2011

Africa

Tutto deve ancora fermarsi...
...Ho negli occhi lo sguardo dei bambini che non ti lascia andare; le baracche-mercato senza fine (40 km) colorate di papaya, legno, fiori, copertoni, divani, spezie, persino bare. Economie elementari, potenziali spiragli in una lotta impari contro il neocolonialismo. Ho negli occhi Il cielo stellato che non ho mai visto da qui e l’altra faccia della luna: quella povera, sfruttata ed indignata. Ho negli occhi l’oceano e “le porte” della schiavitù: marchio indelebile per decine e decine di generazioni. Sento il calore dell’accoglienza, della musica e quello del Sole che non tramonta mai, anche quando tutto è nero. Sento il profumo del deserto,del succo di baobab, delle piante verdi, della manioca ed il pizzicore dello zenzero.  Sento il sudore acre dei villaggi, la puzza di smog della capitale immersa nella benzina irregolare rubata dagli oleodotti. Ricordo le lacrime di chi nutre i propri figli con un seno senza vigore. Ricordo i giganteschi Suv di ONG, giornalisti  e ambasciate tagliare strade fatte di polvere e speranza. Ricordo bollicine di  Coca Cola evaporare su una mano tesa. E l'instancabile presenza dei missionari, costruttori di pace e verità. Ricordo la paura di perdermi. Di voler rimanere dove il tempo ha un altro ritmo e significato, dove gli spazi sono dilatati dalla priorità della vita e lo sguardo non ha confini.