mercoledì 15 giugno 2011

Referendum 12 13 giugno


I referendum hanno mostrato un volto. E’ indubbio, ma quale? Se l’aggregazione è stata data dal “no” alla corruzione, allo strapotere di questo e quello, alla logica del profitto, al pericolo della contaminazione atomica, cosa unisce sul “si”? La domanda rimane, per ora, aperta. L’Italia cerca una proposta, la novità. Il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, scrive di una “macchina delle sberle” per “tutti i protagonisti della scena politica nazionale”. Concordo, ma adesso? Adesso bisognerebbe ripartire, anzi già da tempo i volenterosi avrebbero dovuto trovare porte aperte nei salotti buoni, non corrotti della politica, ma così ancora non è (forse non ci sono salotti buoni) ed il rischio che “il tempo passi senza nulla mutare” è più vicino di quanto si pensi. La chiave potrebbe essere formare movimenti, avviare eventi che affermino e lancino segnali, che formino coscienze. Mobilitazioni per i cristiani perseguitati, per la vita da difendere dal suo inizio al suo termine naturale, per i diritti dei lavoratori ed in difesa della famiglia oggi sempre più aggredita, nella cecità di chi non conosce le fondamenta di uno Stato.